1 giu 2011

Il cambiamento. Pare facile.

Noi ora dovremmo essere soddisfatti. Sono stati eletti tre rappresentanti di possibile cambiamento, non espressione del PDL senza L, provenienti da Rifondazione, SEL, IDV. Tre apparentemente e, speriamo, sostanzialmente, brave persone di buona volontà. Ma, c'è un ma. Perché questo avvocato sostenuto trasversalmente da precari e alta borghesia, questo ex PM parlamentare europeo, già appannato da un pannicolo di adipe e questo giovane già un pò invecchiato dovrebbero riuscire a operare un cambiamento attraverso l'amministrazione di queste tre città divenute simbolo? e con quali mezzi e nonostante chi? Io, cittadina di una capitale non morale, che grazie a Marrazzo, su cui pure avevamo riposto tante speranze, a Veltroni e a Rutelli, ha visto la sua Regione e il suo Comune consegnati nelle mani della destra più becera e pecoreccia, mi permetto di essere leggermente scettica. E devo anche dire che nell'amministrazione della Sanità, nella gestione dei servizi pubblici essenziali, della sicurezza e del decoro urbano, nelle politiche sull'occupazione e su tutto ciò che determina la qualità della vita di un cittadino, noi romani e laziali parassiti, immorali, fanulloni e ladroni nel cambiamento politico non abbiamo percepito alcuna significativa differenza se non quel progressivo degradino legato all'incalzante mordere della crisi, all'impoverimento e alla sfinitezza che avanza. Non c'è il pericolo che questi tre eroi nazionali cadano nella trappola del viceversa? La Moratti che resta Commissario Expo non mi tranquillizza affatto.