14 feb 2011

Io però non ho sfilato

Sono vicina col cuore a tutte quelle donne che ieri hanno deciso ancora una volta di scendere in una piazza, pretendendola apolitica e trasversale, per manifestare la propria indignazione difronte a comportamenti offensivi, volgari, antiestetici. Io però non ho sfilato perché:
1- non devo essere io a cacciare via un governo ( o meglio, classe politica in toto) di mostri che in nome del neoliberismo, in combutta con una finta opposizione complice e velleitaria, ha devastato il territorio, inquinato l'inquinabile, creato debito e disoccupazione, fatto leggi che hanno abolito il falso in bilancio, incentivato l'evasione fiscale, deregolamentato i rapporti di lavoro, elargito soldi a pioggia in nome dell'emergenza e dei grandi eventi, continuato pretestuosamente una guerra ingiusta e assurda. Di scuola, ricerca, giustizia e svariate battaglie civili non merita parlare perché argomenti ormai talmente avulsi dal nostro vivere quotidiano dall'apparire esercitazioni mentali.
2- In particolare non posso cacciarlo via sulla base di risibili comportamenti privati di un individuo che da trenta anni almeno è in odore di mafia, evasione fiscale, concussione, corruzione e conflitto di interessi e che nessuno, proprio nessuno, a cominciare dagli esimii D' Alema e Violante, ha contrastato in alcun modo.
3- Non mi sento di invocare un trattamento di disparità cogli uomini perche i giovani maschi di questo paese ( o dovrei dire di questo emisfero, di questo mondo tutto), come anche i bambini, sono oggetto di mercificazione come e più delle donne.
4- Nel momento in cui chiedo le dimissioni di un governo a furor di popolo mi pongo anche io fuori dalle regole democratiche e dalla costituzione ed entro in un ambito diverso in cui si prende atto che non esiste più una norma fondante condivisa. In questo ambito la piazza non è festosa, non canta e balla e non porta striscioni bensì mazze e fucili.
5- Nella mia non breve vita ho forse sfilato troppo, con bandiere dai colori più svariati, contro guerre che non sono riuscita a fermare, a fianco di politici a cui avrei in seguito dovuto sputare in faccia, per battaglie civili che ho creduto di vincere ma che non era più nemmeno necessario combattere.
6- Sono convinta che la mia generazione e le due o tre che la seguono, nella loro appartenenza di nascita e di territorio, in virtù dei redditi di trasferimento di cui ancora usufruiscono, non hanno né la forza né il diritto di mettersi alla guida di qualsivoglia movimento. Possono solo sforzarsi di restituire alle parole e agli atti quell'essenza di significato che hanno e cominciare a seguire il laico insegnamento del Cristo sì, sì, no, no.

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